📌CONSEGUENZE FISIOLOGICHE DELLA RIDOTTA ATTIVITÀ FISICA:
Vi proponiamo un'attenta analisi di FMSI, la Federazione Medico Sportiva Italiana su ciò che avviene a livello fisico con la riduzione dell'attività sportiva sopravvenuta nel periodo di
#quarantena.
Noi sportivi
#atretichenonmollanomai anche in questa
#quarantena ci siamo allenati in casa, ma l'intensità, le motivazioni, la costanza dell'allenamento non possono essere stati paragonabili alle sedute di allenamento svolte in Palestra
#wearefirst ecco di seguito le analisi diFMSI. Tratte da un articolo di Sky sport.it
✅La riduzione della quantità quotidiana di attività fisica (genericamente definibile come detraining) comporta una perdita parziale o completa degli adattamenti fisiologici indotti dall’esercizio fisico.
✅Le evidenze scientifiche mostrano che la massima capacità di svolgere attività aerobiche si riduce già dopo 2-4 settimane di inattività, in primo luogo come conseguenza di una riduzione della capacità del cuore di spingere il sangue verso i tessuti periferici (i.e. gittata cardiaca) nonostante un aumento della frequenza cardiaca del 5-10% a parità di attività fisica sub-massimale svolta.
✅Nello stesso modo, il detraining causa alterazioni sia nella struttura che nella funzionalità del muscolo: la letteratura scientifica mostra che la densità capillare del muscolo, la distribuzione delle fibre muscolari, gli enzimi muscolari, la sezione trasversale (CSA), la forza e la potenza muscolare sono tutte influenzate negativamente da periodi variabili di detraining, fino a portare il muscolo a non disporre più delle sue caratteristiche funzionali e strutturali (atrofia muscolare) se l’inattività è prolungata per numerose settimane.
❗una bella immagine di "repertorio" di Marco in allenamento❗
#stiamotornado #wearefirst